Si legga “Mondo è stato e Mondo sarà”, capolavoro di un postverismo onirico, dovuto alla penna di Giuseppe Melillo.
Non si vive in un solo tempo ed un solo spazio, ma i luoghi e i tempi sono aperti tanto da far vivere e coesistere fatti e persone di luoghi e tempi diversi, perché il bisogno di giustizia sociale da perseguire con azioni non violente, rendono superfluo imprigionare i protagonisti nel tempo da loro realmente vissuto; e questo perché i luoghi ed i tempi non hanno cessato il perpetrarsi delle ingiustizie. Quindi si viene, naturalmente, accompagnati in un viaggio in cui i confini geografici e la linea del tempo non hanno bisogno di essere identificati, perché protagonisti sono i valori universalmente riconosciuti e che non possono essere confinati in un solo luogo ed in un solo tempo.
[…] È grazie a questi luoghi diversi e a questo filo che unisce i tempi che il titolo “Mondo è stato e Mondo sarà” si apre e guarda all’infinito, liberandosi di ogni vincolo spazio temporale perché il diritto delle persone all’autodeterminazione ed alla difesa della dignità sono racchiusi in valori assoluti che nessuno spazio e nessun tempo potrà mai imprigionare.
(dalla recensione di Antonio Papi)