CASI COSMICI PRIVATI

Sono un lettore accanito di poesia.

Ho amato e amo ancora leggere Leonardo Sinisgalli poeta della ragione e del sentimento, Albino Pierro con la sua poesia che riproduce la voce materna nelle dolci e pietrose declinazioni del dialetto tursitano, Rocco Scotellaro che vede e auspica per il suo popolo un’alba nuova, Michele Parrella con la sua appassionata tensione per una poesia del ritorno impossibile, Carlo Levi che ha raccontato la Lucania con uno sguardo pietoso, colmo di affetto e condivisione dolorosa, Vito Riviello che alimenta la sua poesia sarcastica, tagliente e umoristica attingendo a piene mani dalla cultura provinciale potentina, Rocco Brindisi poeta spirituale, con il suo angelismo che ricorda il Lorca surrealista e con l’invenzione di una lingua poetica che ha bisogno di contaminarsi nelle sonorità del dialetto potentino. Sono poeti fortemente legati alla storia della propria terra, la loro poesia non prescinde dallo spirito del luogo, dal loro heimat.

10,00

COD: 9791280996367 Categoria: Tag:

Dettagli

Dimensioni 12 × 0,5 × 19 cm
Pages

82 Pagine

Cover Design

Bartolomeo Telesca, Angelo Parisi

Publisher

Edizioni Hermaion

Language

Italiano

ISBN

9791280996367

Released

Ottobre 2024

Conosci l'autore

Angelo Parisi

Angelo Parisi

Angelo Parisi è nato a Potenza il 16 novembre 1978. Docente di materie letterarie nella scuola secondaria di secondo grado. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Giardino caotico, Serratura sommersa, Banana Spleen e Versipelle; e le raccolte di racconti: Le stanze dell’Altrove, presentato, tra gli altri luoghi, anche alla Fiera del libro di Roma, Più libri più liberi, alla Fiera del libro di Torino e alla Fiera dell’Editoria di Matera, e Nero - 24 rintocchi a mezzanotte. Ha curato l’edizione del volume Racconti lucani, opera in cui è presente anche il suo racconto “Malombra”. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni in prosa e versi su antologie nazionali. È anche autore di canzoni.

Trafitto come un san Sebastiano dal potere della parola, Angelo Parisi si tuffa nei versi dei suoi Casi cosmici privati come chi avverte la necessità di un punto di sutura per tenere insieme il cielo e la terra, il quotidiano e l’infinito. Lo fa con un grande bisogno di tirare fuori la musica dalle parole, lo spiazzamento dalle metafore, le geografie da una lingua che si agita in mezzo al mistero senza alcuna indulgenza, perché come lui stesso scrive in uno dei versi più potenti: “L’indulgenza verso sé stessi / è la malattia dei sani”. Parisi lo sente che è necessario aver cura e al tempo stesso curare la parola che ci fa stare al mondo, la parola che a volte diventa strapiombo sulla lingua e malinteso, altre volte lenza tesa, altre ancora giocattolo di senso fatto a pezzi e ricostruito. Una tensione che attraversa gli incontri, il fantasma delle presenze, la certezza che le mancanze abbiano corpo, così come un corpo sonoro è quello che riveste i segni. Nella poesia di Parisi le parole sono tracce sonore che si ritrovano a coabitare per consonanze e allitterazioni: schiocchi di ciocche, gemme gemelle, spicchi negli specchi, cicale d’ali livide, e così via in un gioco poetico che le fa sentire carne viva. Palpitante.