La cultura di un popolo è nella saggezza che lo guida quotidianamente quando deve affrontare la realtà.
Nei proverbi e nei detti dialettali si scoprono speranza, conforto per le disgrazie, piccole astuzie comunicative, maledizioni, imprecazioni, rassegnazione, parole per offendere o difendersi dal sarcasmo altrui.
Nel dialetto aviglianese sono presenti anche proverbi importati dalla cultura di altre comunità e adattati alla realtà locale. Non mancano esempi di motti e detti esportati che hanno attecchito in altre culture e, in alcuni casi, si sono evoluti e trasformati ritornando in forme diverse da quelle di origine.
La ricerca ha evidenziato anche proverbi che hanno subito trasformazioni nel tempo. Sono presenti, infatti, forme più antiche e cristallizzate utilizzate da tutti i parlanti aviglianese e ve ne sono altre che si sono trasformate nel tempo adattandosi alla mutata realtà.
Vi sono anche proverbi usati solo in alcune zone. Inoltre, alcuni modi di dire sono caratterizzati da un linguaggio volgare e ricco di doppi sensi. Si tratta di espressioni che trasferiscono con immediatezza il pensiero dei parlanti e che non è facile tradurre in italiano con la stessa potenza comunicativa.
É importante notare che lo stesso modo di dire può cambiare di significato in funzione del tono e della situazione comunicativa in cui è inserito e può essere usato in modi diversi in funzione della persona a cui si riferisce.
In molti casi, il parlante, usa la terza persona anche quando il modo di dire è riferito a sé stesso o all’interlocutore.