PROVERBI E DETTI AVIGLIANESI

Questa raccolta è stata ordinata in sei colonne contenenti rispettivamente:

  • il numero d’ordine;
  • il motto scritto con i fonemi IPA;
  • una trascrizione dialettale con l’alfabeto italiano;
  • la traduzione in italiano, quando possibile, parola per parola;
  • una traduzione di senso (che rappresenta uno dei possibili sensi che il parlante può attribuire al proverbio);
  • il contesto comunicativo.

La traduzione dal dialetto all’italiano non è un’operazione semplice e, spesso, non riesce a raggiungere appieno l’obiettivo perché il dialetto è una lingua assai diversa dall’italiano con parole, grammatica e sintassi proprie e, dunque, la traduzione in italiano può essere alquanto diversa dalla pedissequa traduzione parola per parola. Altre volte si è preferito lasciare la corrispondenza con le parole e con la struttura del dialetto sebbene non grammaticalmente corretta rispetto all’italiano.

Per rendere più comprensibile il significato dei modi di dire sono state riportate storielle e aneddoti che mettono in evidenza quelle sfumature che è difficile trascrivere o rendere in italiano con la sola traduzione.

La trascrizione del dialetto è stata fatta utilizzando i simboli IPA per rendere al meglio il suono delle parole dialettali.

Le regole di trascrizione fonetica sono riportate in tutti i dizionari moderni, per cui è abbastanza facile poter risalire all’esatta pronuncia delle parole.

Volutamente si è scelto di eliminare tutta la simbologia tecnica per rendere il testo facile da consultare.

Per semplificare la comprensione dei simboli IPA è stata preparata una tabella che evidenzia la pronuncia di ciascun simbolo.

Nella trascrizione fonetica, è stata utilizzata la “s” sorda (il cui simbolo IPA è /s/) per tutte le occorrenze del dialetto perché nella realizzazione del parlato la “s” sonora (il cui simbolo IPA è /z/) è stata riscontrata in pochissimi casi e quasi sempre come variante della “s” sorda che apparentemente sembra la più diffusa e accettata.

Alcune parole possono avere trascrizione diversa, sia per la diversa realizzazione fonetica dei parlanti sia per effetto dei fenomeni linguistici legati al dialetto stesso (es.: la propagginazione dell’articolo o il raddoppiamento fono sintattico ecc.).

Le parole che nel parlato sono concatenate tra loro, nella trascrizione fonetica sono state volutamente separate da un trattino “_” per consentire una lettura più semplice.

Infine, per rendere fruibile a tutti il lavoro, i proverbi e i detti sono stati trascritti anche con l’alfabeto dell’italiano e con le sole eccezioni di:

1) “ᵉ” per indicare la vocale indistinta “ə” (scevà);

2) “ɖ” per la retroflessa sonora;

3) la “h” in sostituzione della ɣ”;

4) di non aver inserito il raddoppiamento fonosintattico.

15,00

246 disponibili

COD: 9788894506785 Categoria:

Dettagli

Pages

172 Pagine

Cover Design

Bartolomeo Telesca

Publisher

Edizioni Hermaion

Language

Italiano

ISBN

9788894506785

Released

Maggio 2021

Conosci l'autore

Tonino Romaniello

Vito Antonio Romaniello
ha svolto per anni la professione di geometra.
Gli appunti raccolti durante l’attività di topografo sono la base del libro “La geometria delle strade” che mette a disposizione del lettore uno strumento agile ma completo per lo svolgimento della professione.
Progettisti e topografi possono trovare nelle tabelle e negli schemi del libro un valido aiuto per redigere gli atti necessari sia in fase di progettazione sia in fase di esecuzione dei lavori.
Il libro è molto utile anche per i tecnici chiamati a redigere perizie nell’ambito di conteziosi che sorgono in fase di esecuzione dei lavori o per consulenze richieste per accertare la verità in tribunale.
L’esposizione degli argomenti è volutamente sintetica per consentire una rapida consultazione. Gli esempi e gli schemi di calcolo sono utili a chiarire i dubbi.
Il libro segue lo schema del D.M. 5/11/2001, perciò, risulta agevole far riferimento alla normativa vigente.

La cultura di un popolo è nella saggezza che lo guida quotidianamente quando deve affrontare la realtà.

Nei proverbi e nei detti dialettali si scoprono speranza, conforto per le disgrazie, piccole astuzie comunicative, maledizioni, imprecazioni, rassegnazione, parole per offendere o difendersi dal sarcasmo altrui.

Nel dialetto aviglianese sono presenti anche proverbi importati dalla cultura di altre comunità e adattati alla realtà locale. Non mancano esempi di motti e detti esportati che hanno attecchito in altre culture e, in alcuni casi, si sono evoluti e trasformati ritornando in forme diverse da quelle di origine.

La ricerca ha evidenziato anche proverbi che hanno subito trasformazioni nel tempo. Sono presenti, infatti, forme più antiche e cristallizzate utilizzate da tutti i parlanti aviglianese e ve ne sono altre che si sono trasformate nel tempo adattandosi alla mutata realtà.

Vi sono anche proverbi usati solo in alcune zone. Inoltre, alcuni modi di dire sono caratterizzati da un linguaggio volgare e ricco di doppi sensi. Si tratta di espressioni che trasferiscono con immediatezza il pensiero dei parlanti e che non è facile tradurre in italiano con la stessa potenza comunicativa.

É importante notare che lo stesso modo di dire può cambiare di significato in funzione del tono e della situazione comunicativa in cui è inserito e può essere usato in modi diversi in funzione della persona a cui si riferisce.

In molti casi, il parlante, usa la terza persona anche quando il modo di dire è riferito a sé stesso o all’interlocutore.