Un’esperienza di vita lunga diciassette mesi in cui si impara a convivere con una malattia triste, pur percependo ogni giorno la presenza indiscreta della morte che si avvicina lenta e angosciosa. Interrogativi, paure, dubbi ma anche speranze per chi combatte contro il cancro e tenta disperatamente di rima- nere attaccato ai propri affetti.
Paure, rassegnazione, coraggio smuovono invece le giornate di chi vive accanto ad un malato terminale e, pur sapendosi impotenti difronte alla malattia, ci si mostra volitivi e forti. Fino all’ultimo istante, fino all’ultimo respiro. Fino all’ultimo battito
Il suo corpo nudo che non rispondeva più a nessuno stimolo mi rimandava ad una sensazione di totale abbandono di sé e fiducia nell’altro che sentivo fortemente.
Era un’entità evanescente di cui restavano solo il suo profumo e un involucro di pelle e ossa che si affievoliva pacatamente.
Mio marito non reagiva, ma sapevo che si fidava di me, non aveva paura ma si sentiva protetto.
Le parti si erano invertite: non lui a sorreggermi, ma io. Con tutto il mio carico di forza e determinazione perché non potevo permettermi di crollare proprio ora.
Lui era là, tutto racchiuso in un corpo privo di stimoli. Io, accanto a lui fino alla fine.