Nel campo i cavalieri erano eccitati ma ancor di più lo era il pubblico che cantava e invocava i propri beniamini. I cavalli mordevano il freno pronti a scattare. La carcassa fu collocata al centro di un cerchio posto all’estremità del campo. Sul lato opposto un gruppo di 12 cavalieri per squadra era teso sui cavalli scalpitanti, pronti a partire. Poi, al segnale convenuto, tutti partirono al galoppo con i frustini tra i denti per conquistare la carcassa. Iniziò così il Buzkashì, iniziò la lotta, tra cavalieri e cavalieri; tra cavallo e cavallo, tra cavaliere e gruppo di cavalieri, tra gruppi di cavalieri.
……….. “Che sport meraviglioso, eccitante selvaggio è il Buzkashì” gridarono Fahim e Mehsud, “è il nostro legame con il passato, è l’esaltazione della forza selvaggia dell’Afganistan e del suo popolo indomito”.